1. Nome? Anni? Luogo di nascita? Cosa studi attualmente?
Simone, 21, Palermo (ma ho sempre vissuto a Caltanissetta), Ingegneria informatica al Politecnico di Milano
2. Qual è stato il vero motivo della tua partenza? Vorresti raccontarci il momento in cui hai preso la decisione di partire?
A dire il vero non sapevo cosa studiare nemmeno una volta finiti gli esami al liceo ed ero indeciso fra Ingegneria e Medicina. La mia è stata quasi una decisione dell'ultimo minuto (ho deciso a fine Luglio mi pare), dettata soprattutto dalle prospettive di lavoro e dal fatto che probabilmente non ce l'avrei fatta ad entrare in Medicina.
Una volta decisa la facoltà, la scelta dell'università è venuta da sè. Il Politecnico di Milano, statistiche alla mano, dovrebbe essere la migliore università italiana per l'Ingegneria.
3. Ti è stato facile integrarti con una realtà in qualche modo differente? La difficoltà più grossa che hai trovato?
E' stato più facile del previsto. La difficoltà più grossa era la totale assenza di amici, ma dopo la prima settimana di università avevamo già formato un sostanzioso gruppo di ragazzi e mi sono integrato alla perfezione.
Tuttavia ancora adesso noto la diversa mentalità che si ha al Nord: non sanno prendere le cose con calma, alla volte sono troppo fissati con la puntualità, il diverso modo di scherzare, etc... Ma non è nulla di che, anzi è proprio questo confronto continuo il bello della diversità.
4. Se dovessi suggerire ad un amico un motivo per lasciare la tua città d'origine e uno per restarci, cosa gli diresti?
Parti perchè al Sud siamo messi molto male come università (e non solo). Lo affermo da quanto mi raccontano alcuni miei amici che fanno Ingegneria a Palermo o altre facoltà in altre università (un mio amico dopo 2 anni di Giurisprudenza a Catania è andato alla Cattolica a Milano perchè dice che la situazione giù era pessima).
Resta perchè la Sicilia è 1000 volte più bella del Nord.
Ovviamente restare per un motivo del genere sarebbe assurdo.
5. Il tuo luogo d’origine è stato motivo di discriminazione o vantaggio?
Nessun vantaggio. All'inizio mi pesavano un pò le battute di alcuni miei colleghi sul fatto di essere "terrone", ma alla fine non erano offensive, si facevano (e si fanno) solo per scherzare. Ad ogni modo, parecchi ragazzi sono leghisti e hanno l'idea di "Sud=popolo regredito" (e in parte è vero), e parlarci non è molto piacevole. Oltre al fatto che hanno questa convinzione ormai radicata e non tentano in alcun modo di cambiarla.
6. Che lingua (o dialetto) vorresti che tuo figlio parlasse?
Inglese e Italiano alla perfezione.
7. Ogni quanto tempo torni a casa? Scegli il treno, l'aereo o cos'altro?
Natale, Estate, Pasqua regolarmente. Se poi ho l'occasione (vacanze e prezzo del biglietto economico) scendo molto volentieri. Viaggio in aereo, la distanza me lo impone.
8. Finiti gli studi pensi di ritornare nella tua città?
No. Non penso di avere grandi opportunità lavorative nella mia città (e al Sud in generale).
9. Se avessi il potere di cambiare una sola cosa nella tua città cosa cambieresti?
Mah, non saprei. Non sono mai stato attento ai problemi della mia città a dire il vero. Quello che però sentivo come un grosso peso è la mentalità dei miei coetanei: si pensava a primeggiare, a mettersi in bella mostra, si sparlava alle spalle, si giudicava con troppa fretta e c'era molta falsità. Sarebbe bello cambiare questa mentalità.
10. Primo approccio con i tuoi colleghi universitari. In confronto ad essi come ti è sembrata la tua preparazione?
Avendo fatto il Liceo Classico la mia preparazione era nettamente inferiore a quella dei miei colleghi.
11. In quanto tempo pensi di trovar lavoro una volta terminati gli studi?
Spero in poco tempo, non ne ho idea. Anche perchè dipende da dove termino gli studi, se in Italia o all'estero (teoricamente all'estero dovrebbero esserci maggiori prospettive di lavoro).
12. Qual è il tuo parere in merito alla lettera del direttore della Luiss Carli scritta al proprio figlio? Hai intenzione di avere un esperienza all'estero nel corso della tua carriera da studente?
Concordo pienamente. E' veramente demotivante vedere che una velina o un tronista guadagnano di più di un ricercatore. L'Italia si sta scavando la fossa da sola, ormai tutti i cervelli fuggono all'estero e il nostro diventerà uno stato barzelletta.
Sarebbe bello avere un'esperienza all'estero, per diversi motivi: il confronto con una società diversa da quella italiana, con un sistema universitario diverso, con una mentalità diversa. E soprattutto visto come siamo messi in Italia nel campo scientifico e come opportunità di lavoro, la prospettiva di studiare/lavorare all'estero sembra l'unica possibile.
Poi chissà, magari non potrò/vorrò andare all'estero e troverò un buon lavoro qua in Italia. Non escludo nulla.
Ho notato che non avete chiesto se sono soddisfatto o pentito di essere partito. Beh, penso che non sia fuori luogo, quindi creo da me questa domanda e rispondo.
Sono molto soddisfatto di essere partito. Al di là della qualità dello studio offerto (di cui sono abbastanza soddisfatto), penso di aver guadagnato moltissimo dall'essere partito di casa: autonomia, sicurezza in me stesso, nuovi stimoli. Inoltre l'evasione dalla mentalità gretta della mia città e il confronto con una diversa ha ampliato il mio modo di pensare, ho conosciuto tante persone e ho nuovi amici. Probabilmente avrei fatto un decimo di queste esperienza restando giù.
Ovviamente non posso non avere nostalgia di casa. Ho lasciato una sorella che adesso ha 5 anni e che avrei voluto veder crescere, una famiglia e una casa piena di affetto e comprensione. Ho lasciato un sole e un mare unici, piatti e dolci buonissimi. Ho lasciato una parte di me nella meravigliosa terra di Sicilia, ma è stato un sacrificio inevitabile per la mia crescita. E' stata una mia decisione e non ho nessun rimpianto.
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