venerdì 17 dicembre 2010

Erika - Trovare lavoro è difficile, essere giovani è difficile, essere giovani teatranti è quasi impossibile.

1. Nome? Luogo di nascita? Cosa studi attualmente?
Erika, 25 anni, Palermo. Nel 2009 ho terminato la scuola del teatro stabile di Torino ma continuo a vivere al nord, purtroppo.

2. Qual è stato il vero motivo della tua partenza? Vorresti raccontarci il momento in cui hai preso la decisione di partire? 
Per entrare in questa scuola feci delle selezioni, le passai e mi trasferii a Novembre del 2006. Quindi il vero motivo della mia partenza è stato per avere una formazione teatrale. Decisi di fare teatro professionalmente e questa scelta non fu per niente semplice ma travagliata e lunga, mi resi conto che nella mia Palermo non avrei trovato una buona scuola per attori e allora decisi di fare le selezioni in alcune delle scuole di teatro considerate più prestigiose in Italia. Prendendo questa scelta era implicito l'abbandono temporaneo di Palermo che accettai a malincuore. La mia città mi manca tanto e mi sto rendendo conto che mi è necessaria per vivere. Vorrei ritornarci. Spero di riuscirci.

3. Ti è stato facile integrarti con una realtà in qualche modo differente? La difficoltà più grossa che hai trovato?
 Si ma non passa giorno che io non pensi a Palermo. Non mi abituerò mai alla mancanza del mare.

4. Se dovessi suggerire ad un amico un motivo per lasciare la tua città d'origine e uno per restarci, cosa gli diresti?
Lasciare: per andare a studiare al nord o all'estero e in ogni caso fa bene conoscere altre realtà ma l'importante penso sia ritornare con dei progetti da concretizzare.
Restare: Palermo è una città unica, solare, allegra ma anche difficile e problematica. Questi ultimi due aspetti dovrebbero spingere una persona che ama la propria terra a restare o a ritornarci.

5. Il tuo luogo d’origine è stato motivo di discriminazione o vantaggio?
Mai motivo di discriminazione. Con il mestiere che faccio, il dialetto siciliano è molto apprezzato!
6. Che lingua (o dialetto) vorresti che tuo figlio parlasse?
Italiano e siciliano!

7. Ogni quanto tempo torni a casa? Scegli il treno, l'aereo o cos'altro?
Due volte l'anno e ogni volta che ritorno al solo rivedere le coste della mia terra mi commuovo. Sto provando tutti i mezzi, 1800km di distanza sono tanti! Ho viaggiato in aereo che impiega solo due ore per arrivare e il treno che ci sta ben 22 ore! Mi sono resa conto che prediligo i viaggi lenti e tranquilli, infatti la prossima settimana farò la traversata dell'Italia in nave (spendendo anche pochissimo per un posto poltrona!) e arriverò a Palermo direttamente dal mare partendo da Genova.

8. Finiti gli studi pensi di ritornare nella tua città? 
Come ho già detto ho terminato gli studi nel 2009. Dopo una lunga ponderazione decisi di rimanere un altro anno a Torino e ho fatto bene perché mi son capitate diverse e proficue occasioni di lavoro. A Novembre del 2010 è cominciato il mio quinto anno in questa città e mi sa che è l'ultimo e l'anno prossimo torno a respirare la mia aria. Ne ho bisogno...

9. Se avessi il potere di cambiare una sola cosa nella tua città cosa cambieresti?
A livello morale il menefreghismo delle persone e il loro esiguo rispetto nei confronti della loro città. A livello pratico farei un centro culturale polivalente contribuendo a un miglioramento della cultura nella mia città, ma questa è la mia utopia!

10. In quanto tempo pensi di trovar lavoro una volta terminati gli studi?
Trovare lavoro è difficile, essere giovani è difficile, essere giovani teatranti è quasi impossibile.

11.Qual è il tuo parere in merito alla lettera del direttore della Luiss Carli scritta al proprio figlio? Hai intenzione di avere un esperienza all'estero nel corso della tua carriera da studente?
Stranamente sono una giovane 25enne che crede ancora nella meritocrazia, forse perché non mi sono mai imbattuta in episodi di raccomandazione. Non desidero andarmene dall'Italia perché vorrei contribuire al suo miglioramento, e soprattutto vorrei abolire la mafia perché come diceva il mio maestro di vita Giovanni Falcone:
" La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni."
Poi se già soffro la mancanza della mia città stando a Torino, se me ne andassi definitivamente dall'Italia sarebbe per me un trauma! Non escludo comunque un'esperienza all'estero. 


La foto che ho deciso di inviarvi è stata scattata da mia sorella Zaira La Ragione, che è una bravissima fotografa espatriata a Londra. Ho deciso di mandarvi proprio questa perché sono a Piazza Magione nel quartiere La Kalsa di Palermo ed è uno dei miei luoghi preferiti, non sarà un caso che è il luogo dove sono cresciuti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

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