lunedì 3 gennaio 2011

Luana - Al giorno d’oggi niente è sicuro

Oggi parleremo di Luana, una ragazza che come noi tiene un blog su italiane emigrate all'estero. La ringraziamo tra l'altro per averci ospitato sul suo blog che vi invitiamo a leggere.


In questa intervista si parla di:

1. Nome? Anni? Luogo di nascita? Cosa studi attualmente?
  Salve ragazzi, sono Luana e ho 21 anni, sono nata a Foggia e cresciuta in una cittadina di provincia. Sono iscritta al secondo anno di Comunicazione a Campobasso.

2. Qual è stato il vero motivo della tua partenza? Vorresti raccontarci il momento in cui hai preso la decisione di partire?   
Dopo il diploma ho cominciato la mia carriera universitaria all’Università di Foggia, mi ero iscritta a Giurisprudenza, ma non mi sentivo appagata, mi annoiavo. Mi sono presa un anno sabbatico e sono andata in America come ragazza alla pari, soprattutto per migliorare il mio inglese. Quando sono tornata ho capito che non volevo diventare avvocato, ma volevo “lavorare” con le parole e così è stato. Senza pensarci troppo su, mi sono iscritta in questa facoltà e ho ricominciato tutto dall’inizio lontano da casa.

3. Ti è stato facile integrarti con una realtà in qualche modo differente? La difficoltà più grossa che hai trovato? 
Sì, sono una molto flessibile, indipendente e mi adeguo a tutto, certo a questo freddo e a tutta questa neve non ero preparata, ma sopravvivo.

4. Se dovessi suggerire ad un amico un motivo per lasciare la tua città d'origine e uno per restarci, cosa gli diresti?
Motivi per andar via ce ne sono: i lavoro scarseggia e ci sono possibilità di carriera ridotte al minimo, ma la cosa peggiore è la mentalità chiusa e l’ignoranza. Motivi per restare? Mah probabilmente gli affetti, il clima, il buon cibo e il mare.

5. Il tuo luogo d’origine è stato motivo di discriminazione o vantaggio? 
Né l’uno, né l’altro. Molti studenti sono nati in luoghi differenti, quindi c’è un bel misto di culture.

6. Che lingua (o dialetto) vorresti che tuo figlio parlasse? 
Per quel che riguarda le lingue, farò in modo che i miei figli sappiano parlare l’inglese alla perfezione. Il dialetto, quello pugliese, ovviamente.

7. Ogni quanto tempo torni a casa? Scegli il treno, l'aereo o cos'altro?
 
Torno spesso a casa: tutti i week end. C’è un autobus che collega Campobasso con Foggia, quindi è abbastanza conveniente. In quasi due ore sono a casa. Certo, il prossimo semestre sarò più impegnata con i corsi e quindi tornerò più di rado.

8. Finiti gli studi pensi di ritornare nella tua città?  
No, la mia intenzione è andare a Milano per conseguire la Laurea specialistica o per un Master. Con la mia Laurea non ho possibilità nella cittadina dove abito..

9. Se avessi il potere di cambiare una sola cosa nella tua città cosa cambieresti?  
Come accennavo prima, mi piacerebbe riuscire a cambiare la mentalità di alcune persone, troppo chiusa, nonostante il 2011 sia alle porte. Solo così si possono costruire città migliori.

10. Primo approccio con i tuoi colleghi universitari. In confronto ad essi come ti è sembrata la tua preparazione?
Mi sono sentita molto preparata nelle lingue straniere. Quasi tutti i miei colleghi parlano davvero poco e male l’inglese, che secondo me è essenziale se vuoi fare qualche esperienza all’estero e arricchire il curriculum.

11. In quanto tempo pensi di trovar lavoro una volta terminati gli studi? 
Bella domanda. Chi può saperlo? Al giorno d’oggi niente è sicuro. Sono certa che dopo dovrò fare molti tirocini, in Italia e all’estero, prima di poter ambire a quello che sogno davvero.

12. Qual è il tuo parere in merito alla lettera del direttore della Luiss Carli scritta al proprio figlio? Hai intenzione di avere un esperienza all'estero nel corso della tua carriera da studente?
Sono d’accordo, ma non perché qui non ci sia possibilità. Ci sono, ma forse è più difficile riuscire a realizzarsi, il posto fisso ormai è un’utopia. Certo detto dal direttore della Luiss al figlio che potrebbe trovare lavoro ad occhi chiusi, solo per il cognome che porta, fa pensare ancora di più e anche un po’ ridere, se penso a tutti quelli che hanno un padre che si ammazza in fabbrica e non il direttore di una delle più prestigiose Università italiane, ma non voglio cadere nel banale.
Io senz’altro ho intenzione di avere altre esperienze all’estero e magari restarci pure a vivere, ma non per odio verso l’Italia, solo per assecondare la mia voglia di indipendenza e di viaggiare, che da sempre influenzano ogni mia decisione.
Grazie mille ragazzi per questa opportunità. In bocca al lupo per tutto.


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